Emmanuel Carrère


Retour à Kotelnitch

In una cittadina sperduta a 800 chilometri da Mosca, Carrère arriva con una troupe minima (di due persone oltre a lui) per girare un documentario su un prigioniero di guerra ungherese rimasto per 55 anni nel locale ospedale psichiatrico. Questo primo avvicinamento alla cittadina permette all’autore di scoprire un mondo misterioso e squallido, affascinante e disperato, nel quale cercherà, e troverà, anche una parte di sé.

Emmanuel Carrère 

Scrittore, critico, sceneggiatore e regista, è uno dei più importanti romanzieri contemporanei, capace di raggiungere una notevole celebrità internazionale grazie a libri che mescolano il documentario, la fiction, l’autobiografia e l’analisi critica. Fra i suoi libri, oltre a L’avversario Limonov, va ricordato Un romanzo russo, in cui si raccontano le vicende intorno alla realizzazione del film Retour à Kotelnitch.

Carrère e la scrittura documentaria

A cura di Francesca Lorandini

Il focus si terrà a conclusione della proiezione di Retour a Kotelnitch

Con la pubblicazione dell’Avversario, nel 2000, Emmanuel Carrère decide di abbandonare la fiction per dedicarsi a un genere che la critica ha definito in vari modi (autofiction, autobiografia, memoir, reportage narrativo), basato su una scrittura testimoniale e documentaria. Questa scelta è dettata da un’esigenza personale: la prima persona è l’espediente narrativo che gli permette di affrontare un fatto di cronaca doloroso, condividendo la propria angoscia con il lettore. In Un romanzo russo, Vite che non sono la mia, Limonov e Il Regno, Carrère rinsalda questo rapporto di fiducia e complicità, raccontando fatti ordinari e straordinari del presente e del passato in cerca di una verità che si incarni in uomini e donne che hanno vissuto realmente. Carrère parla di fatti vertiginosi e ordinari al tempo stesso, elaborando, un libro dopo l’altro, un’etica della scrittura fondata su tre regole: 1) scrivere di ciò che è successo; 2) utilizzare la prima persona come atto di umiltà; 3) evitare ad ogni costo l’onniscienza del narratore, per «non entrare nella testa degli altri».

trailer; Carrère sul cinema