Retrospettiva Jon Alpert

La decima edizione del Festival CinemaZERO dedica una retrospettiva a Jon Alpert, autore e produttore americano, pioniere della produzione autonoma e indipendente in ambito televisivo e cinematografico. A meritare uno spazio così rilevante in questa edizione del Festival sono la sensibilità e l’empatia con cui Alpert si relazione ai suoi soggetti, la capacità di insinuarsi in spazi che generalmente il cinema non riesce a raggiungere, la forza del proprio racconto, capace di una straordinaria economia di immagini e parole per giungere al nucleo più profondo delle cose. 

Sono quattro i titoli dalla sua ricca filmografia scelti in rapporto ai due temi di questa edizione del Festival: da una parte si parla di rivoluzione, vista la celebrazione dei 100 anni dalla rivoluzione d’ottobre; dall’altra si propone una riflessione su come il cinemaZERO riesca a raccontare la dimensione familiare, un micro-mondo complesso, fatto di conflitti e e prossimità spesso difficili da riportare in un film o in un’opera d’arte.


Cuba and the Cameraman

 2017, 113′

AlpertCuba

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A partire dai primi anni ’70, Jon Alpert è tornato con continuità a Cuba. Ha così potuto raccontare l’evoluzione della Rivoluzione cubana fino alla morte di Fidel Castro, seguendo a più riprese le stesse persone e mostrando in che modo mutassero le loro condizioni di vita con il passare degli anni. La storia raccontata da Alpert è sia quella con la “s” maiuscola che minuscola. L’evoluzione della Cuba castrista viene mostrata attraverso la vita di tutti i giorni, incontrando persone con idee e provenienze differenti (una famiglia di contadini, un contrabbandiere, una famiglia che pian piano si disgrega espatriando verso gli USA, ecc.), ma anche per mezzo di documenti straordinari, come una serie di incontri vis-à-vis con Fidel Castro in persona.

Un documentario eccezionale che mette insieme i due temi principali della decima edizione del FCZ, rivoluzione e famiglia.

The Philippines: Life, Death and Revolution

 1986, 55′

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Dopo la “rivoluzione del rosario”, che costringe Ferdinand Marcos a lasciare il potere, le Filippine affrontano un periodo di confusione e difficoltà. Jon Alpert ha viaggiato per tutto il paese, raccogliendo storie di vita quotidiana di persone di diversi livelli sociali, mostrando l’enorme disparità nelle condizioni di vita di ricchi e poveri. Il viaggio, fra baraccopoli costruite su enormi discariche e comunità chiuse di militari americani, si conclude con un capitolo sulla guerriglia rivoluzionaria anti-governativa, che viene seguita in un’imboscata a un convoglio dell’esercito nazionale che trasporta armi.

 

Dimostrando pienamente l’approccio diretto ai suoi soggetti di Jon Alpert, questo film rappresenta una pietra miliare del reportage su guerra civile e povertà, raccontando anche ciò che lascia sul campo una rivoluzione che pure aveva liberato il paese da un potere antidemocratico e oppressivo.

Mariela Castro’s March: Cuba’s LGBT Revolution

 2015, 40′

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Ancora rivoluzione e famiglia in gioco in un altro documentario della retrospettiva su Jon Alpert, in questo caso prodotto in collaborazione con il canale televisivo HBO. Da una parte abbiamo un ulteriore sguardo sulla rivoluzione castrista, che racconta della “grande ingiustizia” (così si è espresso Fidel Castro, in una tardiva ammissione di colpe) del trattamento delle persone gay nella Cuba rivoluzionaria, dall’altra l’opera di colei che per anni ha lottato per i diritti degli omosessuali a Cuba, Mariela Castro, figlia di Raùl e nipote di Fidel. Il film segue Mariela nei suoi viaggi per portare la rivendicazione di pari diritti per le persone LGBT in tutta l’isola.

Alpert ripropone il suo racconto composto come un mosaico di storie, con cui entra in contatto in un’infaticabile ricerca di testimonianze, esperienze ed esistenze quotidiane in qualche modo significative.

Life of Crime 2

 1997, 120′

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Nel 1989, per la realizzazione di un altro documentario, Jon Alpert aveva seguito per un anno tre criminali dediti al furto e allo spaccio (oltre che all’assunzione) di droga. A distanza di otto anni, attende che due di loro escano di prigione per documentare il loro tentato (e fallimentare) rientro in società. Con la consueta sensibilità, l’autore mostra il devastante circolo vizioso di disoccupazione, crimine, droga e carcere. Le strade di Newark, città ghetto alle porte di New York, non hanno altro da offrire a queste persone che la loro consueta routine di furto e tossicodipendenza. Ma in un quadro più ampio, Alpert mostra la triste dimensione familiare di tutto ciò, una dimensione che include genitori impotenti e figli abbandonati a loro stessi.

Jon Alpert vive con i due uomini e una donna con figli (in rapporti con entrambi gli uomini), resta loro vicino, e riesce a trarre da queste vicende disperate e del loro intorno un senso di profonda umanità, seppure alla deriva.

 

Proiezioni:

Cuba and the Cameraman | domenica 3, ore 20.45

The Philippines: Life, Death and Revolution | venerdì 1, ore 18.30

Mariela Castro’s March: Cuba’s LGBT Revolution | venerdì 1, ore 19.30

Life of Crime 2 | sabato 2, ore 16.00