FCZ2017: rapporti familiari

Raccontare i rapporti familiari è sempre difficile. Il cinema industriale sembra sempre più in difficoltà a mostrare le complessità dei nuclei familiari, mentre sono diversi gli esempi di piccoli film girati dall’interno, cioè da un autore che indaga i rapporti all’interno della propria famiglia, servendosi di mezzi meno invasivi possibile, rendendo cioè la propria opera come un elemento del suo appartenere alla famiglia e rinunciando a uno sguardo dall’esterno, più oggettivo ma anche più inibente e certamente meno coinvolto. Se dunque questo è un altro dei luoghi in cui il “cinema zero” può arrivare in modo convincente, il Festival gli dedica parte del programma, sia influendo nella scelta dei titoli della retrospettiva di Jon Alpert, sia nel proporre due film che, adottando un linguaggio differente, trattano entrambi di famiglie in contrasto e sono entrambi realizzati da membri della famiglia stessa.

 

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Must Read After My Death (2007, 76’), di Morgan Dews

L’autore Morgan Dews era molto vicino a sua nonna Allis, ma non fu prima della sua morte, avvenuta nel 2001, che scoprì l’incredibile archivio da lei costituito a partire dagli anni ’60. Piena di audio-registrazioni intime e decisamente franche che raccontano le crescenti turbolenze interne alla sua famiglia, la collezione conteneva anche centinaia di filmini muti, fotografie e diari scritti. Utilizzando solo questo materiale, Dews compone un duro ritratto familiare che racconta un intero mondo che va dai drammi individuali fino all’immagine di un’America in rapida trasformazione, in cui convenzioni, decoro e apparenze sembrano sgretolarsi per lasciare intravedere le tinte cupe di un incubo.

Dews Morgan Dews è un autore californiano e il suo primo film, Must Read After My Death ha riscosso un notevole successo nei festival di tutto il mondo. è attualmente al lavoro sul mockumentary autobiografico Lucky Bastards.
Must Read After My Death  è in proiezione domenica 3 dicembre alle 16.30.

 

 

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The Good Intentions (2016, 85’), di Beatrice Segolini

Una famiglia, un tabù, una filmmaker che torna a casa per infrangerlo. Benvenuti nell’incubo di un piccolo universo in cui tutti sono innocenti – o forse no. Dopo anni di violenza fisica e psicologica, suo padre se ne è andato di casa per andare a vivere da solo in un camion, circondato solamente dai suoi cavalli. Poco tempo dopo è andata via anche lei. Sua madre e i suoi due fratelli più grandi invece, sono rimasti lì. Incapace di accettare che i traumi del passato restassero sepolti nella sofferenza di ognuno, l’autrice ha deciso che era giunto il tempo di ritornare a casa, stavolta non da sola ma con una piccola troupe, per iniziare finalmente un dialogo sul passato attraverso la realizzazione di un film.

SegSchle Beatrice Segolini, bresciana del ’91, dopo una laurea in sociologia si è diplomata alla scuola di documentario ZeLig di Bolzano con questo film realizzato insieme a Max Schlehuber, che ne ha curato la fotografia.
The Good Intentions è in proiezione sabato 2 dicembre alle 18.15.

 

I rapporti familiari sono un tema presente anche in:

Mariela Castro’s March: Cuba’s LGBT Revolution (2015, 40’), di Jon Alpert (ven. 1.12, ore 19.30)
Life of Crime 2 (1997, 120’), di Jon Alpert (sab. 2.12, ore 16)
FCZ2017 presenta: Mostri familiari (a cura di Alberto Brodesco) (sab. 2.12, ore 19.45)