Permanent Vacation

di Jim Jarmusch

(1980, 74’)

Nel 1980, Jim Jarmusch esordisce presentando il lungometraggio con il quale si è da poco diplomato alla scuola di cinema della New York University. Per quanto si tratti di un’opera per sua natura acerba e sperimentale, Permanent Vacation contiene già molti dei tratti espressivi che renderanno il regista uno degli esponenti più coerenti ed irriducibili del cinema indipendente statunitense.
Quasi interamente auto-prodotta, è un’opera sull’inadeguatezza e sul senso di sradicamento, in cui il modello illusorio e alienante del self-made man viene sapientemente decostruito attraverso la crisi esistenziale del protagonista, Allie, un giovane che vive ai margini della società, senza lavoro né legami.
Sulle note della musica jazz, seguiamo l’incessante vagabondare di Allie nei bassifondi di una New York cupa, a tratti semideserta, degradata. Lontana dalla sua scintillante immagine hollywoodiana, la metropoli in cui Allie si muove è una città respingente, fatta di solitudini, dove ogni incontro riafferma ed amplifica l’isolamento del protagonista.
L’unica alternativa al vuoto relazionale, allora, è scappare. Rifugiarsi in un perenne fluire disordinato – di luoghi in persone, di persone in luoghi – abbracciando appieno quella dolorosa condizione esistenziale di turista per sempre, che certifica l’incapacità, per certi aspetti generazionale, di trovare il proprio posto nel mondo.

Domenica 3/12, ore 21
Versione originale sottotitolata in italiano

L’autore

Jim Jarmusch

Regista, sceneggiatore e musicista dalla personalità eclettica, è a ragione considerato uno dei più importanti esponenti del cinema indipendente statunitense. Cresciuto nel clima della new wave newyorkese, l’autore ha fin dal suo esordio mantenuto un netto distacco dal mondo hollywoodiano. I suoi film, spesso in bianco e nero, sono caratterizzati da una narrazione minimalista che trae forza dalle scene di vita quotidiana. Ricordiamo, in particolare, Stranger Than Paradise (1984), Down By Law (1986), con Roberto Benigni, Dead Man (1995), Ghost Dog (1999) e il più recente Paterson (2016).